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Altezza Reale Finta pelle – 1 gennaio 1982
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa297 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreIstituto geografico De Agostini - Novara
- Data di pubblicazione1 gennaio 1982
- Età di letturaDa 18 anni in su
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Dettagli prodotto
- ASIN : B0BZDDLDXW
- Editore : Istituto geografico De Agostini - Novara (1 gennaio 1982)
- Lingua : Italiano
- Finta pelle : 297 pagine
- Recensioni dei clienti:
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Un indebitato staterello germanico è retto con morbida alterigia da due fratelli; in realtà l'onere e l'onore del ruolo di Altezza Reale viene svolto dal minore dei due, in quanto l'erede al trono - di salute cagionevole - è fin troppo cosciente dell'inutilità del suo ruolo istituzionale e, non reggendo la noia di questa posizione, coinvolge Klaus Heinrich autorizzandolo a rappresentarlo in ogni uscita pubblica. Il giovane si presta per senso del dovere, ma il suo comportamento impeccabile e diligente non è scevro da una fredda indifferenza per qualsiasi cosa lo circondi, salvo quando incontra Imma Spoelmann - giovane ereditiera americana dal sangue molto misto - che lo fa innamorare, ma soprattutto lo spinge a trovare una sua concretezza e qualche vero interesse.
Il racconto, spesso davvero divertente nella descrizione di comportamenti ingessati e privi di senso da parte di un'aristocrazia con le pezze al fondoschiena, nel finale effettua una inaspettata curva a gomito e - nell'eccessiva precisione della descrizione di fidanzamento e nozze dei due protagonisti - sembra quasi voler fare ammenda per l'ironia iconoclasta che ha dominato i tre quarti del libro. Peccato veniale, giacché Mann è scrittore sopraffino e riesce a tenerci saldamente per i polsi fino alla fine.
Dopo tutto, non era certo un rivoluzionario e non tocca a noi fargli notare un certo cambio di casacca (che, comunque, non sorprende). Saremo comprensivi come i due giovani del romanzo e vivremo felici e contenti come loro. Forse.
Tuttavia, il romanzo può risultare troppo complesso e prolisso per alcuni lettori, e il linguaggio talvolta è eccessivamente formale e difficile da seguire. Inoltre, i personaggi possono risultare distanti e poco coinvolgenti, anche se questo potrebbe essere intenzionale da parte di Mann, che vuole mostrare l'isolamento e la solitudine del potere.
In generale, "Altezza reale" è un romanzo che richiede una certa dedizione da parte del lettore, ma che offre una riflessione profonda sul ruolo dell'individuo in una società sottoposta alle dinamiche del potere. Non è un romanzo per tutti, ma se si ha la pazienza di affrontarlo, può essere una lettura molto gratificante.
L'amore nasce da una affinità intellettuale che il principe protagonista costruisce per raggiungere il sentimento dell'amata
Pubblicato nel 1909, nove anni dopo il clamore dei "Buddenbrook", il libro si discosta da tutte le opere precedenti di Mann e da quelle che seguiranno poi; "Altezza Reale" rappresenta una sorta di intermezzo nell'attività letteraria dell'autore, non sempre ben accettata dai critici e dai lettori, delusi dal suo ritmo lento e dal finale troppo felicemente scontato.
Ambientato in un piccolo stato immaginario della Germania guglielmina, occupato da un popolo "non molto attivo e progredito", ancora prettamente sostenuto da un sistema di stampo feudale dominato da decenni dal granducato dei Grimmburg, casata in decadenza e in debito come il paese. Ma il protagonista non è il piccolo stato, bensì il secondogenito reale Klaus Heinrich. Il lettore assiste alla sua crescita con dovizia di particolari, dalla sua nascita, offesa con una mano sinistra atrofizzata, al suo battesimo, gli studi conseguiti, le uscite pubbliche, fino a sostituire del tutto gli alti uffici del fratello sovrano Albrecht II, impedito dalla salute cagionevole.
Amato dai sudditi, ma solitario nelle stanze del suo castello spoglio e ammantato di belle ma false apparenze, viene conquistato, redento e portato alla realtà, grazie alla bella e intelligente Imma Spoelmann, figlia di un ricco plutocrate.
Il loro matrimonio salverà dal debito lo stato e l'antico rosaio del castello sarebbe ritornato a profumare "nel più soave e naturale dei modi", dopo un'ancestrale maledizione che ne impediva l'odore.